DE: GQ

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~ Angie}
CAT_IMG Posted on 9/1/2010, 21:00




Ora anche per gli adulti:
Tokio Hotel - Perchè ora dovete prendere sul serio i super-gemelli!
"Siamo come una persona con quattro orecchie"



GQ Magazine #2 NON è ancora uscito! Questa è solo una foto presa da un altro giornale che avverte dell'uscita del prossimo numero di GQ! Uscirà il 14 gennaio 2010! Prezzo: 5€!

 
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sexy_bill
CAT_IMG Posted on 15/1/2010, 15:03




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Traduzione by *HEILIG* e http://tokio-hotel.forumcommunity.net



Quando i Tokio Hotel cominciano i loro 32 show, la gran parte del loro “Welcome to Humanoid City” tour, ha luogo in posti come l’Olympia Stadium di Mosca, Barcellona, Parigi, Madrid , Roma e (per ora) ci sono solo due date tedesche ad Oberhausen e Amburgo (il 26 e il 28 di febbraio). Un segno che i compagni di scuola di Magdeburgo con il loro rock metallico-glam-malinconico, sono diventati da lungo tempo stelle internazionali.
I gemelli 20enni Bill (cantante) e Tom Kaulitz (chitarrista) ci parlano dopo uno spettacolare photoshoot di GQ ad Amburgo, su come i Tokio Hotel abbiano trovato il loro saggio live-style individualistico, così come creativo e pronto a combattere da giovani artisti in un mondo che deve ancora imparare a rispettarli.

I: Bill e Tom, vi incontriamo senza i vostri compagni di band Georg Listing e Gustav Shafer. Si sono offesi?

Tom: per niente, ci ringraziano e ci lasciano il posto.

Bill: se fosse per Gustav e Georg, loro suonerebbero solo batteria e basso nei Tokio Hotel e starebbero fuori da tutto il resto.

I: il gruppo è diviso?

Bill: niente affatto. Questa differenza è stata più o meno evidente da subito: loro preferiscono lasciare tutte quelle cose come foto, interviste e red carpets a noi. Sei o sette anni fa, solo i giornali delle piccole città volevano parlare con noi, ma anche allora eravamo soprattutto Tom ed io a rappresentare la band.

I: i vostri due colleghi vivono ancora a Magdeburgo, ma voi vi siete trasferiti ad Amburgo cinque anni fa.

Bill: Gustav e Georg anche hanno vissuto qui durante la nostra prima sessione di registrazione, ma sono tornati indietro molto rapidamente. Per essere onesti, io non riesco del tutto a capirlo. Ma forse io e Tom eravamo casi particolari. La nostra infanzia è stata davvero approssimativa. Andare a scuola in un villaggio vicino a Magdeburgo è stato orribile. Siamo stati felici di andarcene da lì.

I: molte immagini di quegli anni si possono trovare su internet. È imbarazzante l’infanzia non privata? Come sono uscite quelle foto?

Bill: molte di quelle sono state pubblicate da ex compagni di classe. Altre le abbiamo date noi alla stampa: immagini nostre appena nati o bambini, così come le immagini dei nostri primi concerti quando i Tokio Hotel erano ancora i Devilish.

I: non avete più bisogno di un album di fotografie – potete semplicemente cercare su google i vostri ricordi.

Bill: di recente abbiamo preso la decisione di fare più foto. Viaggiamo in così tante bellissime città, facciamo e vediamo così tante cose, che devono essere immortalate…così abbiamo realizzato: non le abbiamo! Abbiamo sempre un team con fotocamera con noi. Abbiamo rinunciato a fare foto privatamente.

I: per un sacco di giovanissime band tedesche l’apice si è concluso dopo una sola stagione. I Tokio Hotel d’altro canto sono un successo mondiale con un award MTV, concerti da tutto esaurito in Europa e posizioni in classifica negli USA. Per stare dietro alle richieste: è necessario decidere di vivere la vostra vita completamente in pubblico?

Bill: io e Tom abbiamo preso questa decisione, sì. Compresi tutti gli aspetti negativi – ma abbiamo imparato a conviverci. Diventa brutto quando le persone ci mettono in mezzo chi non lo vuole: parenti, famiglia e amici. Noi facciamo di tutto per proteggerli dalla curiosità dell’opinione pubblica. Ma è diventato difficile fare una vita normale per chiunque si chiami Kaulitz, oggi.

Essendo una popstar, anche se avete deciso di sacrificare una vita normale quasi del tutto – esattamente quando avete preso questa decisione?

Bill: a 15 anni. E’ stato quando è stato pubblicato il nostro singolo “Durch den Monsun”. E’ stato fantastico quando è esploso. Poi è uscito il primo titolo…

Tom: …e abbiamo preso tutto il pacchetto, subito!

Bill: prima ci sono state le prime storie sui tabloid. E quando la nostra canzone è stata mandata alla radio e le domande sono aumentate, ci siamo chiesti: che succede? In cosa ci stiamo infilando? Per esempio, io lasciavo un bicchiere da qualche parte e il giorno dopo potevi comprarlo su Ebay. Ma esperienze come queste sono educative. Abbiamo cominciato presto e abbiamo cominciato ad imparare presto, di conseguenza. I Tokio Hotel non sono un lavoro, è la nostra vita. Fuori da ciò, non c’è nient’altro se non la famiglia. Per questo nell’anno in cui abbiamo prodotto il nuovo album avevamo programmato di non finire sui giornali. Ma non ha funzionato.

Tom: non c’è un tasto che puoi spegnere. Non c’è fine giornata.

[qui forse c’è un pezzo mancante...]

Bill: quando scendiamo dal palco quando qualcosa è andato storto, stiamo tutti zitti. Nessuno parla.

I: Ci sono mai stati problemi per i quali non valeva la pena tutto il dramma? Tipo che la casa aveva scelto il colore sbagliato per la copertina o simili?

Tom: (respira profondamente) quello che può essere catastrofico, io lo ingigantisco.

Bill: se una cosa del genere dovesse accadere, non dormirei bene per un anno…. Ma io ricordo questo: alcune delle nostre canzoni di Humanoid sono state messe online, illegalmente, tre mesi prima della pubblicazione dell’album. Non riuscivo a credere che qualcuno potesse rubarci l’arte in cui avevamo messo così tanto tempo ed energie.

I: Un problema molto diffuso al giorno d’oggi. Come avete reagito?

Bill: non daremo più la musica all’industria prima di tutto, mai più. Finisce nella mani sbagliate, a volte. Siamo stati attenti, prima, ma abbiamo imparato da questo.

Tom: tutto deve restare nella minima cerchia possibile. A livello di business, ci sono troppe persone coinvolte con i Tokio Hotel: l’etichetta tedesca, quella francese, l’Interscope negli USA, e altre e altre. C’è un numero innumerevole di persone coinvolte che non puoi controllare.

I: se la musica è un argomento emozionale, la band non pregiudica l’affetto fraterno?

Tom: puoi vederla così, teoricamente. Noi abbiamo entrambi il problema di vedere il lato negativo delle cose. Se c’è un cattivo messaggio, ci dimentichiamo quelli buoni avuti in 20 anni, prima. Le cattive notizie devono aiutarti a migliorare la situazione. Devi solo trasferirle in cose positive.

Bill: questa è una cosa tipicamente gemellare. Quando io sono felice, Tom ha 10000 pensieri in testa. E viceversa. Riuscire a sedersi uno di fianco all’altro e rilassarsi, succederà una volta all’anno.

Tom: in realtà, io non credo sia accaduto negli ultimi 5 anni.

I: è quasi come se si sentisse questo nella vostra musica. Le band giovanili di solito suonano “leggere”, meno scure – le canzoni dei Tokio Hotel sono sempre sorprendentemente scure, serie e prive di ingenuità infantile. Come riuscite voi due cocciuti a mettervi d’accordo su un gusto musicale?

Bill: bella domanda. In provato, noi abbiamo sempre solo litigato sulla musica. Lui ascolta solo hip hop e io ascolto qualsiasi cosa. Su questa cosa non ci riusciamo a capire l’un l’altro.

Tom: quando abbiamo cominciato, è stato davvero facile. Non avevamo altra scelta! Non ci siamo seduti a dirci: facciamo una band con questo o quell’altro sound. Abbiamo fatto solo quello che sapevamo fare. È interessante questo stile unico che si è creato sia durato fino ad oggi. C’è un filo che collega tutto il nostro lavoro, una linea chiara.

I: quando uno vi guarda, oggi, lo stile glamour-alieno di Bill e il terreno-di strada di Tom, non direbbe mai che siete gemelli. A che punto vi siete sviluppati in maniera diversa?

Bill: questo è complicato da spiegare. Abbiamo solo voluto uscire dall’ombra dell’altro a un certo punto. Fuori da questa noiosa, pubblica esistenza gemellare. A scuola era tutto un: i gemelli qui, i gemelli là… D’altro canto, penso che sia naturale che ognuno sviluppi la sua propria personalità piuttosto che fare tutto insieme. O forse no.

Tom: io la metterei così: ogni cosa che rende completo l’essere umano, noi l’abbiamo distribuita tra noi. Ognuno di noi ha scelto la sua parte e si è specializzato nella sua esperienza. Bill è più il tipo creativo, io sono più il lato degli affari. Se li metti insieme, noi siamo una cosa sola, un solo essere umano. Solo, uno molto versatile.

I: questo significa anche che non siete mai stati rivali in tutti questi anni?

Bill: non abbiamo mai pensato a chi fosse il figlio prediletto e chi la pecora nera. Siamo sempre stati una squadra. Come ho detto ci siamo trasferiti a 15 anni, guadagnando i nostri soldi. Non abbiamo avuto tempo per bisticci infantili – è successo tutto molto presto. A volte mi sento come se la vita mia e di Tom fosse andata il doppio più veloce, perché ciascuno ha insegnato all’altro cosa ha imparato. I gemelli identici crescono più in fretta, perché condividono tutto. Compresa l’esperienza.

I: come un uomo solo con quattro orecchie.

Tom & Bill: esattamente!

Tom: un figlio unico vive tutto una sola volta, ha un solo punto di vista. Noi condividiamo sempre tutto. Vediamo ogni aspetto.

Bill: nostra madre ci ha sempre detto che una votla spegneva la luce nella nostra stanza e non c’era dubbio che noi rimanessimo svegli almeno un’ora a parlare e discutere. In un certo senso, è ancora così.

I: avete detto a vostra madre: quando saremo cresciuti, ci compreremo una cadillac!

Bill: non proprio, ma abbiamo sempre voluto essere indipendenti con i nostri soldi in tasca. Siamo stati mantneuti finchè non avevamo soldi per vestiti, telefoni e simili. Avere delle responsabilità non è mai stato qualcosa di minaccioso per noi. A 15 anni già mi sentivo meglio, quando sapevo di poter pagare l’affitto in proprio e riempire il frigorifero.

I: avete mai desiderato un altro fratello o una sorella?

Bill: no, non proprio.

Tom: sarebbe stato molto difficile per il nuovo bambino. Abbiamo sempre avuto un collegamento molto forte, gli altri non ci entrano mai al 100%. Neanche un fratello, neanche immaginario.

Bill: forse avrebbe funzionato se ci fosse stato un mezzo anno in mezzo, ma non è possibile, biologicamente (ride).

I: che cosa sarebbe accaduto se uno solo di voi fosse diventato famoso? Sareste rimasti gemelli inseparabili?

Tom: penso di sì! Forse si sarebbe sviluppato in direzioni diverse all’inizio. Uno sarebbe potuto diventare musicista e l’altro andare all’università. Ma al punto in cui uno avesse avuto davvero successo, avrebbe tirato dentro l’altro. Bill avrebbe avuto me come manager. O se io avessi studiato design industriale, lo avrei assunto.

Bill: non fraintendere quello che dico. Quello che sto per dire è solo un esempio. Ma se io dovessi mai cantare altrove, fuori dai Tokio Hotel, non potrei mai farlo senza Tom. Anche se sono da solo in una foto, ho bisogno di lui dietro di me, e del suo supporto nel parlare e nell’agire. Noi semplicemente non funzioniamo proprio da soli.
 
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